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Sintassi per logopedisti: come si interviene

Come "si insegna" la sintassi?



L
e capacità sintattiche dei bambini con difficoltà di linguaggio si sviluppano tipicamente in modo molto lento.

Il passaggio da uno stadio all'altro della GALS avviene con difficoltà e all'interno delle singole fasi evolutive compaiono realizzazioni morfo-sintattiche atipiche.

Per lungo tempo gli enunciati rimangono incompleti e caratterizzati dall'omissione di elementi obbligatori. 
Anche quando viene raggiunta la capacità di usare frasi semplici e complesse in modo adeguato (DEFCON 5 ... ops!, GALS 5), il linguaggio rimane caratterizzato da una bassa complessità e un numero limitato di strutture sintattiche.
Le frasi rimangono corte ripetto a quelle dei coetanei senza difficoltà di linguaggio e limitato l'uso delle frasi complesse.


I marcatori linguistici che sembrano identificare il disturbo primario di linguaggio nella lingua italiana non si trovano in realtà a livello sintattico ma a livello della morfologia e sono l'omissione significativa di articoli (es., (il) cane corre) e pronomi clitici (es., (la) mangia sempre) e la realizzazione errata della terza persona plurale del presente indicativo (es. i bimbi dorme). Queste difficoltà sembrano essere legate soprattutto a difficoltà di processamento degli aspetti prosodici del linguaggio più che strettamente morfologici (si tratta in tutti e tre i casi di sillabe non accentate...).
A proposito potete leggere l'articolo "Clinical markers for specific language impairment in Italian" di Bortolini et al. 2006, disponibile in pdf:


Bortolini, 2006

Mentre la lentezza dell'evoluzione sintattica e la scarsa complessità sintattica sembrano caratterizzare i disturdi di linguaggio indipendentemente dalla lingua in questione, i marcatori che identificano il disturbo sembrano essere diversi da lingua a lingua come risulta ad esempio dagli studi cross-linguistici di Leonard. In questo breve video ce ne parla brevemente lui stesso:

https://www.youtube.com/watch?v=dY6vnelEz3U

*


COME INTERVIENE UN LOGOPEDISTA

PER STIMOLARE L'EVOLUZIONE DELLE CAPACITà SINTATTICHE,

SCALARE LA GALS

E FAR RAGGIUNGERE AI BAMBINI IL LIVELLO 5?
 

Nella letteratura in lingua inglese si distinguono strategie di intervento IMPLICITE ed ESPLICITE.


 

STRATEGIE IMPLICITE


 

Le stategie IMPLICITE si basano sull'idea che i bambini in difficoltà debbano essere esposti ad un linguaggio "potenziato" da parte degli adulti, essendo l'esposizione "normale" per loro non sufficiente.

In questo bell'articolo
 

Ten principles of grammar facilitation, Fey e Finestack, 2003
Fey&Finestack, 2003

 

si sottolinea come sia importante aumentare nel linguaggio che usiamo con questi bambini la frequenza e la salienza delle strutture sintattiche che vogliamo stimolare.

Vengono identificate come modalità implicite efficaci per facilitare l'acquisizione delle "grammatica" il RECAST e la ELICITED IMITATION.
 

RECAST: nel corso di interazioni il più possibile naturali ripetiamo al bambino la frase che lui ha appena detto nella forma corretta.

Il recast per essere massimamente efficace deve essere il più possibile simile all'enunciato del bambino, riflettere la struttura-target nella sua forma corretta e ripetersi ad una frequenza minima di due volte al minuto. Inoltre sembra funzionare al meglio per le strutture che il bambino è già parzialmente in grado di produrre.
 

ELICITED IMITATION: si accompagna al recast la strategia di far ripetere al bambino su imitazione la struttura corretta, contrastandola con una simile, per dare al bambino l'opportunita di programmare e pronunciare l'enunciato, non solo di ascoltarlo.
 

Immaginiamoci allora una terapista che ha una seduta di mezz'ora per stimolare la struttura SVO (soggetto verbo oggetto).

In un intervento di tipo implicito, questa terapista fornirà al bimbo nel corso di attività coinvolgenti un minimo di 60 recast sotto forma di frasi SVO corrette e chiederà ad intervalli regolari al bimbo di ripetere alcune di queste strutture, contrastandole ad esempio con strutture SV (soggetto verbo). Così:
 

Bimbo: il cane mangia

Recast: sì, il cane mangia la pappa

Imitazione 1: Ripeti - il cane mangia -

B: il cane mangia

Imitazione 2: Ripeti - Il cane mangia la pappa -

B: Il cane mangia la pappa
 

L'articolo è pieno di spunti interessanti.

Ad esempio, sottolinea l'importanza di usare sempre frasi complete morfologicamente quando ci rivolgiamo ai bambini e di non ricorrere ad un linguaggio telegrafico nella convinzione che questo faciliti l'apprendimento sintattico.
Quindi, per la frasi SV, non diciamo mai "Mucca mangia" o "Mucca dorme" ma "LA mucca mangia" e "LA mucca dorme".

Spero che il nome del mio progetto MUCCA MANGIA MUCCA DORME non tragga in inganno!
 

Un'ulteriore strategia IMPLICITA è il MODELLING (o FOCUSED STIMULATION) che consiste nel fornire tantissimi esempi della forma da stimolare senza necessariamente partire da un enunciato del bambino.
E' più facile da mettere in pratica rispetto al RECAST perchè è indipendente dalle produzioni linguistiche del bambino e si può utilizzare in qualsiasi attività lo coinvolga, comprese le routines quotidiane (fare il bagno, a tavola ...).

 

*
 

Interessante l'articolo di Eisenberg che descrive numerose strategie di intervento per stimolare varie strutture sintattiche:
 

Grammar intervention, Eisenberg, 2013
Eisenberg, 2013


Propone di combinare all'interno della stessa seduta strategie dirette - i temibili drills, cioè ripetizioni su imitazione -, che permettono una stimolazione più intensa in terapia, con strategie più indirette (recast/modelling) che a differenza delle prime favoriscono la generalizzazione a situazioni non strutturate.

Sottolinea anche come potrebbe essere più efficace un modello che precede l'enunciato del bambino piuttosto che un recast che lo segue, secondo la teoria del sintactic priming, secondo la quale l'uso di una struttura linguistica è facilitato se questa è stata appena ascoltata.
Per approfondire (ancora in inglese, alas!):

 

Syntactic priming in young children, Hutterlocher, 2004
Syntactic priming


 

Come sintetizza bene Ripamonti (2003), il logopedista utilizzando le strategie implicite va a
 

"mettersi al fianco del bambino agendo e parlando al suo posto,
suggerendogli il momento e/o le parole dell'intervento,
ampliando e correggendo, come un eco, le sue forme verbal
i".



 

STRATEGIE ESPLICITE


 

La proposta di usare, invece, strategie ESPLICITE in terapia si basa sull'osservazione che spesso le strategie implicite non bastano.

L'ipotesi è che il sistema di acquisizione della sintassi in questi bambini non funzioni e non possa essere messo in moto neanche con un'esposizione "potenziata".

Per far apprendere la sintassi bisogna allora escogitare sistemi alternativi basati su spiegazioni esplicite e strumenti ad hoc per "insegnare" le strutture mancanti.

Sostenitrice di questo approccio è, tra gli altri, Susan Ebbels, logopedista inglese che lavora nella Moor House School, scuola specializzata nell'insegnamento a bambini e ragazzi con difficoltà di linguaggio.
 

In questo bell'articolo
 

Effectiveness of intervention for grammar, 2014
Effectiveness

la Ebbels analizza tutti i principali studi che propongono interventi logopedici con obiettivi morfo-sintattici indirizzati a bambini sopra i 5 anni.

Fra le strategie esplicite prende in considerazione la Colourful Semantics e lo Shape Coding, da lei stessa ideato.
 

Colourful semantics
 

Colourful semantics (Semantica colorata) è un metodo molto usato in Gran Bretagna.

Non è codificato con precisione ed è utilizzato in modi leggermente diversi da un servizio all'altro.

L'idea centrale della Colourful Semantics è far risaltare la struttura predicato-argomentale delle frasi con l'utilizzo dei colori.

I colori vengono sfruttati per guidare in modo esplicito il bambino nella costruzione delle frasi nucleari a 1, 2 e 3 argomenti.

Vengono associati colori diversi al verbo e alle principali tipologie di argomento (ad esempio, Verbo/giallo, Agente (soggetto)/arancione, Paziente (oggetto)/verde, Locativo/rosso, e così via).

37 Best Colourful Semantics images | Colourful semantics, Speech ...
 

Vi rimando alla seconda parte del mio articolo citato sopra per un'esemplificazione di questo metodo:

COLORIAMO LA FRASE!, di Jenny Rio, 2019



Disponibile anche questo articolo in inglese in cui il metodo viene utilizzato con successo nel trattamento di due bambini in età prescolare:

Colourful semantics: a clinical investigation, 2011

Colourful semantics
 

Shape coding
 

Lo Shape Coding (Codice a forme) usa forme, colori e frecce per rappresentare visivamente le parole, i sintagmi e gli elementi morfologici della lingua inglese.

La struttura argomentale è rappresentata da forme geometriche mentre i colori sono utilizzati per distinguere le categorie grammaticali (nomi, verbi, articoli...). Le frecce indicano i tempi dei verbi.

Notiamo che i colori sono usati in modo diverso rispetto alla Colourful Semantics. Nello SC indicano le "parti del discorso" e sono utilizzati per le singole parole (stile Montessori), nella CS invece identificano predicato e argomenti, e sono quindi applicati anche a gruppi di parole.

Grazie allo Shape Coding le regole sintattiche possono essere spiegate in modo molto esplicito, facendo riferimento a questi supporti visivi e commentando direttamente gli errori commessi dal bambino. Tipicamente viene applicato a materiale scritto: parole e frasi scritte vengono opportunamente colorate ed inserite all'interno delle forme per far risaltare le strutture grammaticali.

Shape Coding templates for the dative and prepositional forms ...

Per approfondire vedete:

Teaching grammar with Shape Coding, 2007
Shape Coding


Susan Ebbels promuove interventi sul linguaggio anche per i ragazzi più grandi, che frequentano le superiori, e indaga l'efficacia del proprio metodo applicato proprio agli studenti delle scuola in cui lavora. Ha utilizzato lo Shape Coding per insegnare fra le altre cose le strutture frasali a 3 argomenti e le frasi passive.

 

*
 

Si possono far rientrare fra le strategie "esplicite" alcune metodologie di intervento che sono state proposte per la lingua italiana.
 

Le frasi visualizzate
 

L'utilizzo di immagini in successione che rappresentano separatamente i singoli elementi della frase caratterizzano questi lavori:
 

- Prevenzione e recupero delle difficoltà morfosintattiche, Freccero et el., Erickson 2008.
Una preziosa fonte di numerosissime immagini a contrasto che rappresentano frasi nucleari e frasi semplici ampliate.
Purtroppo i disegni, per come sono realizzati graficamente, non sono sempre di facile interpretazione, soprattutto per i bambini più piccoli.


Prevenzione e recupero delle difficoltà morfosinta - Libri - App e ...

- Disturbi del linguaggio morfo-sintattici: esperienze riabilitative, De Cagno et al., in I disturbi del linguaggio", Erickson 2014. Articolo con spunti di intervento molto interessanti.

I disturbi del linguaggio. Caratteristiche, valutazione ...

- Lessico e frasi per immagini, Ripamonti, Erickson 2009

Amazon.it: Lessico e frasi per immagini. Sussidio didattico ...

Questo libro racchiude un mondo!

Ripamonti propone una modalità di lavoro basata su continui scambi interattivi con i bambini all'interno di contesti ludici con l'obiettivo di indurre i bambini a "scoprire, sperimentare, interiorizzare" le strutture linguistiche per un loro uso creativo e "disinvolto".

Per gli aspetti morfo-sintattici mette a disposizione una serie molto ampia di immagini che rappresentano le parti del discorso (nomi, verbi, aggettivi) ideando specifici simboli per rappresentare quelle più astratte (pronomi, preposizioni, avverbi, congiunzioni). Sono fornite anche vignette che rappresentano scenette complete.

Le singole immagini sono utilizzate per costruire le frasi nucleari che, via via, possono essere ampliate ed espanse.

Le attività proposte mirano a promuovere nel bambino la consapevolezza del significato e del ruolo che le singole parole hanno all'interno delle combinazioni. Si fanno costruire e decostruire le frasi, riflettendo sui cambiamenti di significato e sulle regole di combinazione così che il bambino (e la logopedista insieme a lui!) raggiunga una buona padronanza di tutti gli aspetti linguistici coinvolti.

 

*
 

Il modello Parisi-Antinucci
 

La rappresentazione della struttura predicato-argomentale della frase tramite forme geometriche proposta da Renata Salvadorini nei suoi corsi sulla morfo-sintassi.

Il verbo è fatto rientrare in un rettangolo centrale. Ad esso vengono collegati tramite linee gli argomenti, racchiusi in quadrati posizionati sotto il rettangolo. Tutto il nucleo viene racchiuso in un cerchio. Gli elementi opzionali che sono aggiunti al nucleo sono rappresentati fuori dal cerchio.

E' interessante notare che gli elementi della frase in questi grafici non sono disegnati in ordine lineare.

Il bambino deve posizionare innanzitutto il verbo nel rettangolo al centro. Dopo, trova gli argomenti. Solo alla fine pronuncerà ad alta voce la frase così composta nella sua forma superficiale, cioè partendo dal soggetto.

Questo modo di procedere spinge il bambino a riflettere sulla frase piuttosto che limitarsi a ripetere a pappagallo il nome delle immagini in fila.
Per dettagli vedete "La strutturazione della frase: applicazione di un modello dello sviluppo del linguaggio", Salvadorini, in Logopedia in età evolutiva, Ed. Del Cerro, 2003 (Testo purtroppo fuori stampa, da cercare anche questo in biblioteca).
Questo tipo di visualizzazione della struttura della frase lo troviamo ad esempio utilizzato nella app SPEECH di Ridinet, la piattaforma per la teleriabilitazione creata da Anastasis.


https://www.anastasis.it/speech/

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RIDINET Speech - Videotutorial per la Famiglia on Vimeo

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Sono da preferire le STRATEGIE IMPLICITE o ESPLICITE?
 

Come conclude Susan Ebbels, dalle ricerche sembra trasparire che un intervento di tipo "implicito" possa essere più efficace e adeguato per i bambini in età prescolare ed un utilizzo delle strategie esplicite possa essere introdotto dai 5/6 anni in su, quando le capacità metalinguistiche del bambino lo permettono.

In effetti, nelle sedute di logopedia si usano di solito entrambe.

All'interno delle stessa seduta si può combinare un'iniziale spiegazione teorica di una aspetto sintattico (strategia esplicita) seguita da una stimolazione della stessa in attività ludiche o conversazionali (strategia implicita).
 

La scelta del tipo di intervento dipende anche da quale si pensi sia il meccanismo di acquisizione che guida l'apprendimento del linguaggio.

I sostenitori delle strategie esplicite si rifanno spesso esplicitamente ad un modello di acquisizione basato sulla memoria procedurale che sarebbe irrimediabilmente compromesso nei disturbi del linguaggio.

In realtà una serie di ricerche portate avanti negli ultimi anni sembra indicare che questa compromissione potrebbe non essere totale e che il meccanismo di acquisizione "naturale" basato su analisi di tipo statistico dell'input potrebbe essere rimesso in moto da una stimolazione particolarmente "densa".
La logopedista Elena Plante e i suoi collaboratori sostengono che gli interventi logopedici per essere efficaci debbano fornire al bambino una stimolazione costituita da stimoli molto variati in cui solo la struttura che vogliamo insegnare resta fissa.
Identifica un minimo di 24 tipi diversi di recast a seduta per garantire l'efficacia della terapia.
Se rimaniamo sul nostro target "struttura SVO" da stimolare, questo implicherebbe l'uso durante la seduta di mezz'ora che abbiamo a disposizione di 24 frasi SVO costruite utilizzando soggetti verbi e oggetti sempre diversi. Notare che di solito in terapia si tendono ad usare sempre gli stessi vocaboli, sia per facilitare la preparazione del materiale sia con l'idea che se il bambino si esercita con poche parole poi generalizzerà.
Secondo la Plante, invece, solo sulla base di input super variato l'acquisizione può realizzarsi attraverso analisi di tipo statistico piuttosto che semplicemente attraverso la (poco efficace) memorizzazione item per item.
MOLTO interessante!

 

Per approfondire:

Video di presentazione su youtube "Learning without trying", Plante 2015

https://www.youtube.com/watch?v=fI6D8qWtl8s
Learning without trying, Plante 2018



Buone riflessioni!

Primissime combinazioni

Nell'intervento logopedico indirizzato alla sintassi l'obiettivo è di fare progredire il bambino dallo stadio GALS in cui si trova a quello successivo, come spiegato bene da Salvadorini nel capitolo "Il trattamento dei disturbi morfosintattici di produzione" (I disturbi del linguaggio, Erickson 2014), che è non solo da leggere ma da rileggere più volte!

In questo articolo viene in realtà sottolineato come il passaggio dalle parole singole alle prime combinazioni presintattiche senza verbo si sviluppi naturalmente anche nei bambini in difficoltà una volta che questi raggiungono un vocabolario sufficientemente ampio e variato:

"sappiamo che quando la massa critica del vocabolario produttivo
raggiunge l'indice numerico compreso fra le 50 e le 100 parole,
il bambino produce le frasi Verbless autonomamente.
Questo fenomeno è osservabile anche nei casi di DL di tipo recettivo-espressivo,
quindi in genere molto gravi
" p.341.

 

L'idea è quindi che l'attenzione debba essere data non tanto a stimolare direttamente le combinazioni verbless ma ad ampliare il vocabolario, permettere che queste si sviluppino, e successivamente passare a stimolare le frasi semplici.

Per quanto riguarda le prime combinazioni possiamo poi domandarci se i bambini con difficoltà linguistiche seguono spontaneamente l'ordine delle parole dell'italiano (lingua VO, vi ricordate?) oppure se questo aspetto deve essere loro insegnato. Sono alla ricerca di studi specifici in proposito ...
 

Diversamente dalla proposta della Salvadorini, alcuni autori dedicano ampio spazio a stimolare anche le primissime combinazioni, come Bortolini e Basso nel volume "Lo sviluppo prelinguistico e vocalico nel bambino" (Ed. Omega, 2014).

Amazon.it: Lo sviluppo prelinguistico e vocalico nel bambino ...

 

In questo testo sono elencate le forme più frequenti di combinazioni di due parole, facendovi rientrare sia quelle con il verbo che quelle senza:
 

AGENTE+AZIONE                            mamma prendi

AZIONE+OGGETTO                          guarda treno

AGENTE+OGGETTO                          mamma biscotto

MODIFICATORE+OGGETTO              auto papà/ancora biscotti/piccola bambola

AGENTE/OGGETTO+LOCAZIONE      auto là

AZIONE+LOCAZIONE                       cade giù

NEGAZIONE+PAROLA                       no biscotti

PAROLA INTRODUTTIVA+PAROLA    ciao mamma
 

Fra le strategie di intervento che propongono (ri-)troviamo il modellamento, la ripetizione (da parte del bambino) e la riformulazione (il recast).

Le autrici riflettono sul fatto che le combinazioni formate da due parole vengono precedute nell'evoluzione del linguaggio da combinazioni bimodali parola + gesto. Conseguentemente propongono di riformulare le parole singole usate dal bambino in combinazioni di due parole in cui la parola aggiunta corrisponde all'azione o gesto del bambino:
 

B palla! e indica se stesso

T la tua palla!
 

Consigliano di sfruttare le domande a due alternative (esempio, "vuoi la maglietta rossa o la maglietta blu?') per stimolare risposte a due parole e descrivono la strategia delle rountines verbali da inglobare all'interno delle rountines quotidiane: grazie alla loro ripetitività e prevedibilità saranno imparate più facilmente dal bambino.

Infine propongono l'uso molto interessante di quelle che in inglese vengono chiamate "carrier phrases", cioè combinazioni in cui una parola rimane fissa e l'altra cambia (le strutture PIVOT a cui abbiamo accennato prima parlando dell'evoluzione dell sintassi).
 

ESEMPI (miei): ciao x, ancora x, dammi x, x via, x più (x è la parola che cambia).
Ad esempio, si tirano fuori da un sacchetto i giochini, uno alla volta, ed ogni volta li si saluta dicendo "ciao treno!, "ciao macchina!"...

 

*
 

Queste strategie vengono descritte anche dalla logopedista americana Laura Mize che è specializzata nell'intevento con bambini molto piccoli (toddlers) che hanno difficoltà di programmazione fonologica o motoria (disturbo fonologico/disprassia verbale):

https://teachmetotalk.com/2008/03/03/making-the-leap-from-words-to-phrases-tips-for-helping-your-toddler-learn-to-say-phrases/
 

Le difficoltà ad articolare più sillabe in sequenza rende difficile l'acquisizione delle parole e quindi, ancor di più, la combinazione di più parole.

La Mize consiglia queste strategie per favorire il balzo (the leap!) da 1 a 2 parole. L'obiettivo qui è aumentare gradualmente il numero di sillabe che il bambino è in grado di pronunciare all'interno di un unico enunciato (senza pausa):
 

- ideare giochi in cui al bambino è richiesto di ripetere la stessa parola tante volte

ESEMPI (miei): far volare un aeroplanino e ogni volta che il bambino ripete SU SU SU l'aereo sale; in un libro pieno di disegni di cani, invece di contare questi cani il bambino viene incoraggiato ad indicarli e ripetere CANE CANE CANE ...

Importante scegliere con attenzione la parola e graduare la struttura sillabica (monosillabe, bisillabe reduplicate, bisillabe con due consonati diverse, trisillabe...).
 

- routines verbali, più o meno lunghe

ESEMPI (miei): Notte notte, Mamma mia!, Tocca a te, Dammi il 5, Prontiattentivia! ...

Queste non saranno propriamente combinazioni se il bambino le impara come unità ma intanto la sequenza si allunga.
 

- carrier phrases, vedi sopra

E' interessante confrontare i diversi modi in cui si possono affrontare le difficoltà combinatorie nelle primissime fasi.
Diverso è se le difficoltà sono determinate da una compromissione degli aspetti più linguistici del processo di acquisizione o se sono legate ad aspetti più articolatori e di programmazione fonologica.

Se la difficoltà è il sequenziamento dei suoni nelle sillabe il bambino può essere stimolato, davanti ad una singola immagine, a denominarla ripetutamente nello stesso modo (come il CANE di prima) per migliorare la fluidità dell'eloquio.

Un bambino che invece non combina perchè ha difficoltà a livello lessicale-sintattico verrà stimolato a produrre davanti alla stessa immagine tante parole diverse, semanticamente correlate, per favorire quella varietà di significati che verranno poi uniti nelle prime combinazioni.
 

Continuiamo a riflettere!

*
 

PUNTINI
 

Una via di mezzo fra intervento esplicito ed implicito è l'utilizzo dei PUNTINI che trovate esemplificato in questo mio articolo, scritto in occasione della giornata della logopedia del 2018 per il blog di MammaLogopedista (Grazie Eleonora-bis!):

PUNTINI, PAROLE VOLANTI E PRIME COMBINAZIONI DI PAROLE, di Jenny Rio, 2018



Propongo l'utilizzo di semplici puntini disegnati per aiutare il bambino a segmentare il flusso del parlato ed identificare gli elementi frasali. Alla stessa strategia fa riferimento questa simpatica logopedista americana nel seguente video di Facebook in cui utilizza il termine (meno casalingo!) di "pacing board":

 

Video Facebook


*

 

MUCCA MANGIA MUCCA DORME
 

La mia proposta di lavoro con la raccolta MUCCA MANGIA MUCCA DORME rappresenta una forma di intervento in cui l'ambiente linguistico del bambino viene progettato in modo specifico per far emergere le combinazioni sintattiche.

La modalità di intervento è quello della "salienza percettiva" che mette il bambino di fronte ad un problem-solving linguistico:
 


"Tale approccio prevede che il logopedista eliciti
la nuova struttura da verbalizzare usando un set di figure,
calibrate in modo da rendere visibile al bambino quale componente della frase non è stata prodotta,
determinando una nuova produzione in modo che
il bambino provveda autonomamente all'autocorrezione"
, Salvadorini, 2014, p.347.


 

Si tratta in effetti di mettere alle strette il bambino chiedendogli di fare proprio quello che non riesce e dargli indizi su come uscire dall'impasse.

Trovate un'applicazione di questa tecnica in questo mio articolo pubblicato in occasione della giornata della logopedia 2017 sul blog di MammaLogopedista (Grazie Eleonora-ter!):

ANIMALI COLORATI, PRIME COMBINAZIONI DI PAROLE E SINTASSI, di Jenny Rio, 2017


 

Buona lettura!

Sintassi complessa

Nelle ultime due fasi della GALS i bambini imparano ad utilizzare le frasi complesse.

Le frasi complesse sono chiamate così non perchè siano intrinsicamente difficili - in condizioni normali sono acquisite fra i 2 e i 3 anni! - ma per via della loro struttura sintattica. Più chiaro forse chiamarle frasi multiproposizionali o frasi multiple.
 

Le frasi multiproposizionali/multiple/complesse sono combinazioni di due o più frasi e possono essere suddivise in:
 

- frasi COORDINATE collegate da connettivo:

Mangio il pollo e bevo la coca-cola

Mangio ma non bevo niente
 

- frasi SUBORDINATE collegate da connettivo

Mangio [perchè ho fame]

[Quando arrivo a casa] mangio
 

Sia le frasi coordinate che le frasi subordinate sono aggiunte opzionali alla frase principale, esterne al nucleo.
 

- frasi RELATIVE:

Il cane [che abbaia] mangia l'osso

Il cane mangia l'osso [che è sotto terra[
 

Le frasi relative sono aggiunte opzionali che ampliano gli argomenti del verbo e sono interne al nucleo.
 

- frasi SOGGETTIVE/OGGETTIVE:

[Lavorare] stanca

Voglio [giocare]
Vado [a chiamare la mamma]

So [che al cane piace l'osso]
 

Queste frasi sono esse stesse argomenti del verbo e sono essenziali per completare la struttura argomentale del verbo.

Le frasi oggettive con il verbo all'infinito, se vi ricordate, sono dal punto di vista evolutivo le prime frasi complesse che vengono utilizzate dai bambini.
 

Una volta raggiunta GALS 5 i bambini sono in grado di utilizzare tutte le principali strutture sintattiche dell'italiano, sia semplici che complesse. La sintassi però continua a svilupparsi negli anni delle scuola materna, elementare e anche in età adolescenziale, con una sempre migliore capacità di utilizzo delle strutture di base in combinazioni che si allungano e si articolano progressivamente per andare incontro alle richieste scolastiche e comunicative crescenti.
 

Nei bambini con sviluppo atipico le difficoltà morfosintattiche si risolvono solo apparentemente.

Anche quando riescono a raggiungere GALS 5 e sono in grado di utilizzare tutte le principali strutture sintattiche dell'italiano - con o senza un intervento logopedico - le difficoltà non sono in realtà completamente superate.

Il recupero è solo illusorio: il disturbo del linguaggio "non si cura", piuttosto cambia il modo in cui si manifesta.

Se analizziamo con attenzione il linguaggio di questi bambini ci rendiamo presto conto che permangono spesso difficoltà a livello fonologico (programmazione fonologica compromessa), lessicale (accesso lessicale lento, difficoltà ad imparare i lessici specialistici) e morfo-sintattico.
 

In particolare, in letteratura vengono descritte queste difficoltà sintattiche:
 

- difficoltà nella comprensione di frasi passive, frasi relative, frasi con tante subordinate
 

- limitato uso di verbi specifici, poche strutture argomentali, difficoltà in particolare con i verbi trivalenti, limitato ampliamento dei sintagmi nominali
 

- omissione di argomenti obbligatori, omissione del soggetto

- frasi corte con poche subordinate, uso limitato dei connettivi

Queste difficoltà che caratterizzano il linguaggio orale si ritrovano poi a livello di linguaggio scritto, sia a livello di comprensione della lettura che di composizioni scritte.
 

VALUTAZIONE
 

Per far venire a galla queste difficoltà non basta chiacchierare con i bambini che vengono da noi in valutazione. Infatti la conversazione è un compito relativamente facile dal punto di vista linguistico basandosi molto sul qui ed ora e permettendo l'uso compensativo di gesti, espressioni facciali, parole deittiche, ripetizione delle parole altrui, tutte strategie che garantiscono spesso una comunicazione efficace.

Per sondare le capacità sintattiche è necessario proporre attività più complesse linguisticamente come:
 

- descrizione di immagini complesse/racconto di una storia figurata (es. La storia del Nido, BVL; FrogStory; LEPI)

https://www.amazon.it/dp/0803728816

Frog, Where Are You?: Amazon.it: Mayer, Mercer: Libri in altre lingue


https://www.erickson.it/it/lepi-linguaggio-espressivo-prima-infanzia

LEPI - LINGUAGGIO ESPRESSIVO PRIMA INFANZIA - Test - Erickson
 

- racconto di una storia ascoltata (es. BusStory)

http://www.logopedia.com/morfosintassi/212-bus-story-test.html

BUS STORY TEST (I-BST) - Logopedia.com

- il racconto di una fiaba condivisa (es. Cappuccetto Rosso)

 

- spiegazione di una sport preferito o di un gioco con regole
 

- compiti costruiti per stimolare strutture specifiche (es. completamento di frasi)
 

A seconda della prova scelta e dei diversi fattori implicati (memoria a breve termine, supporto visivo...) le produzioni linguistiche dei bambini avranno profili morfo-sintattici diversi che verranno confrontati con i dati normativi di riferimento (quando presenti).

Interessante leggere a proposito questi studi in cui vengono paragonate le narrazioni orali di bambini con e senza DL e in cui vengono analizzati fra gli altri anche gli aspetti sintattici di produzione.
Per esempio, nella BusStory vengono scelti come criteri sintattici di valutazione la lunghezza media (LME) dei cinque enunciati più lunghi (LME5) e il numero di subordinate.


Articolo sulla Storia del Nido - BVL (in inglese)
Storia del Nido

2 articoli sulla FrogStory (il primo in italiano, jippie!):

Frog Story I
Frog Story II


Articolo sul test LEPI (italiano):

LEPI

La possibilita di identificare difficoltà sintattiche con queste prove, difficoltà a volte non identificabili facilmente "a orecchio", fa capire come il disturbo del linguaggio possa essere "invisibile" agli occhi di molti, soprattutto nelle fasi successive ai primi anni di scuola, una volta che le difficoltà di pronuncia e di strutturazione delle frasi semplici sono superate.

 

La domanda che ci facciamo a questo punto è: perchè permangono difficoltà morfosintattiche anche quando un bambino ha imparato ad utilizzare tutte le strutture sintattiche di base? Perchè non riesce ad utilizzarle in modo adeguato quando i compiti diventano più complessi?

Si tratta di una difficolà di processamento di informazioni linguistiche complesse o di una limite nelle conoscenze linguistiche?
 

Salvadorini scrive:
 


"Nella loro realizzazione sembrano particolarmente carenti i meccanismi di pianificazione combinatoria.
Questa difficoltà non permette di operare un controllo simultaneo
sul contenuto e sulla forma di un messaggio complesso.
Ciò potrebbe spiegare la disorganizzazione che si osserva in contesti narrativi
a livello di strutture consolidate nel dialogo"

(Corso
ECM, L'evoluzione della morfo-sintassi, 2018).


 

INTERVENTO
 

Per insegnare le strutture complesse da zero ai bambini che ancora non ne fanno uso vi rimando a Ripamonti, che utilizza le proprie immagini per insegnare la frasi passive, relative e l'utilizzo dei connettivi.

Interessante il modo molto "elegante" in cui viene affrontato il passaggio dai connettivi causali (perchè, poichè...) a qualli finali (quindi, allora...), a quelli avversativi (ma, però, tuttavia...) (Lessico e frasi per immagini, pp. 43-45 , Ripamonti, Erickson 2009).

Come indicato da Eisenberg (2013, vedi sopra), la complessità sintattica è spesso poco sviluppata anche semplicemente a livello del sintagma nominale.
Con "sintagma nominale" si intende il gruppo di parole che fa riferimento al nome.
Il nome è la prima parola che viene ampliata dai bambini piccoli e può essere accompagnato da un aggettivo:

- Il cane grande

da un complemento:

- Il cane con le macchie
- Il cane della nonna

da una frase relativa:

- Il cane che sta scodinzolando

O da tutti e tre, formando un sintagma nominale ben ampliato:

Mi piace [il cane grande con le macchie della nonna che sta scodinzolando]

Notate che dal punto di vista evolutivo il nome viene ampliato inizialmente quando si trova in posizione di complemento oggetto e solo successivamente quando è soggetto della frase.

Il lavoro di ampliamento del nome può essere un obiettivo di terapia con i bambini in difficoltà linguistica che fanno fatica a fare queste operazioni. 

Per approfondire vedete questo mio recente articolo in cui affronto il tema proponendo possibili attività pratiche di intervento:
ALLUNGHIAMO LA FRASE!, di Jenny Rio, 2020

 

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Per ampliare l'uso delle frasi complesse/multiproposizionali nei bambini che già le usano vi consiglio la lettura di questa guida (in inglese) scritta da una logopedista americana che, dopo aver spiegato nel dettaglio i diversi tipi di subordinazione, consiglia la strategia del SENTENCE COMBINING, da utilizzare nei bambini che frequentano la scuola e con cui si può sfruttare anche il linguaggio scritto:

https://drkarenspeech.com/free-e-book-the-ultimate-guide-to-sentence-structure/
 

Interessante anche lo studio di Balthasar e Scott che propongono un lavoro su tre tipi di subordinate a bambini con più di 10 anni:
Complex sentences
 

Nello stimolare la sintassi complessa distinguiamo gli interventi che sfruttano la consapevolezza metacognitiva dei bambini più grandi - e mettono a loro disposizione strategie di supporto a cui ricorrere quando in difficoltà - da interventi che mirano ad automatizzarne l'uso spontaneo.
 

Ci si può chiedere se una via per rendere sempre più ricco e complesso il linguaggio dei bambini in difficoltà (non solo in età prescolare ma anche in età scolare) sia quello di esporli al linguaggio dei libri, sotto forma di lettura autonoma, dove possibile, o con audiolibri.
Un intervento implicito di questo tipo potrebbe avere ricadute sulle loro capacità di comprensione/produzione sintattica complesse? Ascoltare un linguaggio complesso sintatticamente può funzionare come una forma di modellamento che a lungo andare cambia il linguaggio usato da chi ascolta?
In questa ottica possiamo forse far rientrare la proposta molto interessante di Giacomo Stella che incoraggia gli insegnanti a fornire la registrazione audio (in forma linguistica semplificata) delle lezioni da studiare. Lo studente, come parte del processo di studio a casa, ascolta la registrazione fornita più volte. Ha così a disposizione un modello linguistico corretto che può fare suo per supportare una successiva esposizione orale/scritta.
Funziona? Alle future ricerche l'ardua sentenza ...


 

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CONGRATULAZIONI!
 

Siamo arrivati sani e salvi alla fine di questo excursus sintattico!

La mia speranza è che questo rappresenti un punto di partenza
per ulteriori approfondimenti personali e
una guida per terapie sempre più "pensate" e dritte allo scopo.

L'argomento è vastissimo e le ricerche sono in corso
per cui è mia intenzione tenere aggiornata questa pagina con regolarità.

 

Ora aspetto il vostro contributo.
 

Grazie!
 

Jenny

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